Quanto è diffuso il divieto delle Lockboxes in Italia?

Le lockboxes sono vietate in Italia, a volte in modo esplicito, altre volte attraverso leggi esistenti che le rendono di fatto illegali. Che sia per nome o per applicazione, il messaggio è chiaro: le lockboxes visibili dalla strada non sono consentite.

Mentre alcune città hanno pubblicato divieti ufficiali, altre fanno rispettare le regole tramite normative più ampie relative al decoro urbano, all’uso del suolo e alla sicurezza pubblica.

Il risultato è una tendenza nazionale in crescita: le lockboxes stanno scomparendo dalle strade italiane.

Quindi, dove viene applicato il divieto e in che modo?

Dove sono esplicitamente vietate le Lockbox?

Le città italiane stanno inasprendo la loro posizione sui box per le chiavi, alcune con divieti chiari, altre con applicazioni rigorose delle regole. Ecco come si presenta la situazione nelle principali aree di interesse:

-> Firenze:

Firenze è stata la prima a introdurre un divieto completo sui box per le chiavi. Non sono permessi:

Su terreni pubblici come recinzioni o cancelli,
O su edifici privati se visibili dalla strada.

Anche se possiedi il muro, non puoi installare un box per le chiavi lì. È la politica più rigida in Italia ed è in fase di applicazione.

-> Roma:

Roma non ha pubblicato un divieto formale, ma le autorità cittadine hanno iniziato a rimuovere i box per le chiavi, specialmente nelle aree storiche. Si basano su regole riguardanti:

Decoro urbano,
Uso del suolo pubblico,
E sicurezza.

I box per le chiavi in spazi condivisi o visibili sono ora un obiettivo comune per la rimozione.

-> Venezia:

Venezia ha annunciato pubblicamente il suo piano per restringere o vietare i box per le chiavi. L'obiettivo è proteggere:

Edifici storici,
Paesaggi urbani nelle zone ad alta affluenza turistica,
E le aree residenziali dalla saturazione degli affitti a breve termine.

-> Milano:

Come Venezia, anche Milano sta adottando un controllo più rigoroso e i box per le chiavi sono parte della discussione.

Le attuali proposte mirano a:

Limitare le installazioni negli spazi pubblici,
Applicare standard visivi e di sicurezza,
E richiedere l'approvazione per qualsiasi installazione che sia visibile dalla strada.

Dove sono vietate le Lockboxes anche senza una legge specifica?

Nella maggior parte delle città e paesi italiani, le lockboxes sono di fatto vietate, anche senza una legge specifica che le nomini.

Le autorità locali usano regolamenti esistenti sull'uso del suolo pubblico, sul decoro urbano e sulla sicurezza per giustificare la rimozione. Se una lockbox si trova su proprietà pubblica, è visibile dalla strada o è posizionata su un ingresso condiviso senza approvazione, generalmente non è consentita.

Quindi, anche senza un "divieto ufficiale delle lockboxes", molte installazioni in spazi visibili o condivisi sono comunque considerate illegali in gran parte d'Italia.

Quali sono le normative esistenti utilizzate per vietare le Lockboxes?

In molte città italiane, le lockboxes are vengono rimosse o vietate anche senza una legge specifica che li miri direttamente. Ciò avviene perché diverse normative esistenti conferiscono già alle autorità locali il potere di agire.

Violazione del Codice Stradale
È illegale installare qualsiasi cosa su proprietà pubblica o su muri privati visibili dalla strada senza l'autorizzazione adeguata.Le Lockboxes spesso rientrano in questa restrizione.

Decoro urbano
In historic cities, lockboxes are considered visual clutter. They can violate building codes or disrupt the architectural harmony of neighborhoods, even when placed on private buildings.

Sicurezza pubblica
Se gestite male, le lockboxes potrebbero rappresentare un rischio per la sicurezza. Le leggi italiane sulla sicurezza pubblica permettono alle autorità di intervenire contro tutto ciò che rappresenta una minaccia all'accesso controllato agli edifici.

Uso non autorizzato di suolo pubblico
Installare una lockbox su muri, cancelli o recinzioni che affacciano o sporgono su aree pubbliche, come i marciapiedi, può essere trattato come un'occupazione illegale del suolo se fatto senza permesso.

Qual è la motivazione dietro il divieto?

La proliferazione delle lockboxes in nelle città italiane ha sollevato diversi problemi:

Uso non autorizzato delle infrastrutture pubbliche: Attaccare dispositivi privati alla proprietà pubblica senza consenso costituisce una privatizzazione non autorizzata degli spazi comuni.
Sicurezza e accessibilità: le lockboxes possono ostruire i marciapiedi, creando pericoli per i pedoni, specialmente per quelli con difficoltà motorie.
Impatto estetico: Nelle aree storiche, le lockboxes sono visti come ingombri visivi. Anche su edifici privati, possono disturbare il carattere di una strada o di un quartiere.
Rischi assicurativi: La maggior parte delle polizze assicurative italiane non copre le perdite se l'ingresso è stato effettuato tramite un box per le chiavi, a meno che non sia chiaramente incluso nella copertura.

Chi sono le parti coinvolte?

Host di affitti a breve termine: Gli host che utilizzano i box per le chiavi per il self-check-in dovranno affrontare più difficoltà e potrebbero lottare per gestire il check-in in persona.
Agenzie di gestione immobili: Le aziende che gestiscono più proprietà di affitti a breve termine che usano i lockbox rischiano di affrontare sfide operative.
Agenti immobiliari: Professionisti che facilitano le visite e le ispezioni immobiliari.
Ospiti: Gli ospiti che dipendono dalla comodità del self-check-in tramite i box per le chiavi vivranno disagi mentre il processo diventa più dispendioso in termini di tempo.

Quali sono le preoccupazioni per gli affitti a breve termine?

Anche se le normative attuali si concentrano principalmente sui box per le chiavi negli spazi pubblici, l'impatto sull'industria degli affitti a breve termine è significativo.

Per gli host, i property manager e gli operatori di Airbnb che dipendono dai lockbox per uno scambio efficiente delle chiavi, specialmente per chi gestisce più annunci o lavora a distanza, il divieto crea reali difficoltà.

Molti temono che senza un'alternativa pratica, la rimozione dei lockbox possa riportare il passaggio delle chiavi a metodi obsoleti o non sicuri, come nascondere le chiavi sotto i tappetini o incontrare gli ospiti in orari scomodi. La mancanza di una soluzione sicura e scalabile potrebbe interrompere le operazioni quotidiane e influire sull'esperienza degli ospiti.

È richiesto il check-in faccia a faccia in Italia?

No, il check-in faccia a faccia non è più richiesto.

In una grande vittoria per l'industria degli affitti a breve termine, il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha annullato una regola del 2024 che obbligava gli host a identificare gli ospiti di persona. Il tribunale ha ritenuto il mandato del Ministero dell'Interno eccessivo, privo di fondamento giuridico e soprattutto ingiusto per gli operatori più piccoli.

Questa sentenza significa che l'identificazione remota degli ospiti è di nuovo consentita e probabilmente rimarrà in vigore. Con i box fisici per le chiavi vietati in più luoghi e il check-in faccia a faccia sempre meno praticabile, ora si aprono le porte a soluzioni più intelligenti e completamente conformi.

Quali sono le alternative alle Lockboxes?

Punti KeyNest

In cities In città come Parigi, Melbourne e Dublino, dove sono già in vigore divieti simili sui lockbox pubblici, gli host e i property manager si sono rivolti ai Punti KeyNest come alternativa principale.

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Conclusione

L'Italia si sta unendo a paesi come Francia, Australia e Irlanda nel progressivo abbandono delle lockbox, specialmente nelle aree pubbliche e storiche.

Questo crea sfide per gli host di affitti a breve termine e i property manager che dipendono dal check-in automatico. Ma con il check-in faccia a faccia non più obbligatorio, c'è un'alternativa più intelligente.

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FAQ

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No, il check-in faccia a faccia non è più obbligatorio.
Sì, è ancora obbligatorio, ma può essere fatto di persona o tramite check-in virtuale.
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